04 Apr Perché un Coach dovrebbe sapere come funziona il Cervello?
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Perché un Coach dovrebbe sapere come funziona il Cervello?
A cura di Sarah Fuligni
Beh la prima risposta che mi viene in mente è “perché no”.
Conoscere il funzionamento del cervello consente al Coach di capire perché il Coaching funziona!
Il Coaching è fiducia, è magia della relazione, è accompagnamento consapevole, ma è anche anatomia: usiamo la modalità con cui siamo stati programmati!
La capacità di utilizzare ad esempio un linguaggio immaginifico consente di attivare delle aree del cervello che sfruttano la sua naturale predisposizione a vedere immagini create e proiettate al suo interno.
L’atto di fede che viene richiesto quando da studenti ci si avvicina al mondo del Coaching, a me non bastava. Non era sufficiente che vi fosse un’aura magica nelle pratiche che stavo studiando.
Mi serviva capire il perché certe cose avvenissero.
Dopo anni di studi credo che non arriverò mai a trovare una risposta univoca. Mi immagino invece la risposta come un puzzle fatto di tanti piccoli pezzi che alla fine mi restituiranno una visione unica.
Sicuramente la conoscenza del cervello, di come è fatto, di come funziona, di quali sono le aree che hanno un impatto diretto su come io posso usare gli strumenti di Coaching (ad esempio la voce o la visualizzazione) sono pezzi fondamentali di quel puzzle.E quindi cominciamo.
Com’è fatto il cervello: materia grigia e materia bianca
Il cervello è una meravigliosa scatola! Io me la immagino come un sistema super operativo pieno di omini che si agitano e si muovono da una parte all’altra.
Quando ero piccola andava in onda in televisione – sì, c’era già la televisione! – un cartone animato che si chiamava “Siamo fatti così!” dove c’erano proprio tanti omini distribuiti in tutto il corpo che si muovevano con microscopiche astronavi.
Di recente ho anche rivisto la puntata dedicata al cervello e penso sia un buon esempio per comprendere le evoluzioni che negli ultimi 30 anni hanno accompagnato le conoscenze neuroscientifiche.
Il cervello è contenuto nella scatola cranica e si compone di:
· materia grigia, dove risiedono gran parte delle cellule nervose (neuroni), di colore grigio scuro, spessa circa 3 cm, che riveste giri e solchi
· materia bianca, i fasci di assoni che partono dai neuroni e che se ne vanno in giro in tutto il cervello alla ricerca di connessioni con altri neuroni. Le immagini sulla materia bianca hanno circa 9 anni, sono super recenti!
Si compone di due emisferi (destro e sinistro) connessi insieme dal corpo calloso, un fascio di fibre che consente la trasmissione delle informazioni da una parte all’altra.
La gran parte delle funzioni degli emisferi è condivisa, anche se c’è ancora chi sostiene che l’emisfero destro sia specializzato in funzioni “artistiche” e quello sinistro in funzioni “razionali”.
Ogni emisfero è diviso in 4 lobi diversi…
1. temporale
2. parietale
3. occipitale
4. frontale
… deputati o presunti tali ad attività specifiche.Le teorie del funzionamento del cervello si sono evolute dall’approccio olistico alla localizzazione, fino all’attuale teoria chiamata Associazionista (network), tutto interconnesso e in costante cambiamento.
Coaching e Neuroscienze
Avrete molto spesso sentito parlare della necessità di esprimersi con un linguaggio positivo e soprattutto in sessioni di Coaching di evitare di rievocare situazioni di disagio.
Questo perché la visualizzazione (che risulta dall’uso dell’immaginazione e della memoria) attiva gli stessi neuroni che si azionano quando viviamo l’esperienza reale. Visualizzare esperienze o ricordi negativi fa scattare tutte le stesse reazioni emotive negative che ci aveva provocato l’esperienza originale, consolidandole ancora di più nei nostri circuiti cerebrali.
L’esercizio fisico e l’esercizio mentale producono gli stessi effetti a livello di neuroimaging: questo significa che accompagnando le persone verso il raggiungimento del risultato desiderato si creano le condizioni mentali necessarie per rendere tangibile nel cervello quella esperienza.
Interessante vero? E se ti dicessi che non abbiamo un solo cervello, ma addirittura tre? Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che le strutture di testa, cuore e pancia sono organizzate in complesse reti neurali, in grado di adattarsi, imparare e ricordare.
Il problema nasce nel momento in cui i tre cervelli non sono allineati, ma esiste un modo per riportarli al giusto equilibrio.
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